Si ha la possibilitá di lasciar fluire la mente in uno spazio più grande, l’essere cosciente del partner.
Nelle fasi iniziali si potrebbe sentire che ció che emerge non c’entri nulla col Koan su cui si sta praticando.
È la mente superficiale, con cui ci proteggiamo dal sentire;
Inutilmente, poichè l’effetto è di far ristagnare il sentire.
Ció che poteva mostrarsi come fresca ricchezza del Momento, si percepisce come ansia, ad esempio.
Questa mente superficiale deve essere lasciata andare e comunicata per aprirsi e lasciar accedere ai contenuti piu profondi, la mente carica e reattiva, che ha un significato emotivo. Se la censuriamo non si va oltre.
Ovviamente la mente respinge l’apertura e l’osservazione, per cui occorre la ripetizione, provare e riprovare con l’intenzione, acquisendo il “retto sforzo” in grado di superare la forza respingente.
D’altronde, lo sforzo che si compie è cumulativo e funziona sempre, anche se sentiamo di non esserci aperti abbastanza, o di non aver avuto una buona disposizione.
Anche questa mente deve essere confrontata (sentita completamente e profondamente), scaricata, e lasciata andare, per accedere al senso del Koan, al sentirlo profondamente.
In questo spazio il koan puó mostrarsi, e ció che mostra alla fine sei proprio TU.