Fidati, ogni cosa di cui ti riempi si svuota sempre. C’è un coraggio che nasce dalla consapevolezza della dissoluzione. Forse immagini qualcosa di fisso in te, sensazioni che rimandano all’essere un io. Una fatica che non mettiamo quasi mai in dubbio: Tenere in orbita degli oggetti intorno ad un soggetto. Ma questa relazione tra “me” e “altro”, Indica qualcosa di più di una contrapposizione. Si può essere tentati di ignorare la questione, Di posticipare lo svelamento. Ma il senso si separazione costantemente richiama la nostra attenzione, Se non lo si combatte o ignora, Invita ad un più profondo contatto Con l’esperienza totale di essere vivi, In cui il percepito danza col percipiente Nel libero dispiegarsi. Marco
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Ovunque posi lo sguardo, puoi notare il Movimento, L’intimo vibrare di ogni dettaglio dell’esperienza. Rinfrescati in questa visione. In qualsiasi condizione ti trovi, in ogni esperienza, scorgi che é vivente. Desiderio e soddisfazione del desiderio, Sono pulsazione universale di sorgere e dissolvere, in forma individuata – E nell’attimo equilibrata. –
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«Quando uno Yogi vede l’unità della Vibrazione Divina nella diversità dell’universo degli oggetti, che dire di più? Egli sperimenterà lo splendore di quella visione da se stesso!» «Osservando tutto ciò che è all’interno della gamma della propria percezione di conoscenza, uno deve sempre rimanere sveglio e mettere tutto in un unico luogo, cioè vedere in tutto la Vibrazione Divina. Di conseguenza, egli non è mai turbato da un altro.» Spandakārikā
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Ogni emozione è sacra. È conoscenza. Non quello che si intende comunemente per conoscenza, cioè avere un punto di vista, parcellizzare. L’emozione è conoscenza abissale, è sentire che sente, in cui chi conosce è inghiottito. In un certo senso la concezione più diffusa di conoscenza – come punto di vista parziale riguardo qualcosa- è l’antitesi del vivere l’emozione. Si cercano le cause delle emozioni, consapevolmente o meno – soprattutto di quelle forti, quelle che tendono liberare – invece di viverle…così. Quanti stratagemmi per evitarle! La maggior parte dei pensieri che abbiamo lo sono. Nella loro apparente distruttività ció che viene effettivamente distrutta è la resistenza ad essere. L’essere è abissale, come le emozioni.
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Ha senso pensare al tempo, Ha senso pensare, Solo in riferimento ad un inizio e ad una fine. È un bene interessarsi al prima dell’inizio e al dopo la fine, significa desiderio di valicare il tempo. Il tempo è pensiero, e il pensiero è tempo. La possibilitá di valicare il tempo non soggiace alle possibilità del pensiero, nè puó accadere di conseguenza a qualcosa che puó avvenire nel tempo. Anche l’idea di inizio e fine, e l’idea di valicare il tempo fa parte del tempo. Il tempo non ha inizio e fine, è già valicato.
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IN QUESTO PERIODO MI PERCEPISCO… – In questo periodo mi percepisco dentro una specie di “bolla” composta da una sostanza indifferenziata ed è come se ora questa “bolla” fosse il mio corpo. M: – Bello. Il corpo come sensazione “una”. – Sento l’essere come una specie di “linfa” che si dirama in ogni direzione in questa specie di globo nel quale mi percepisco e Lui [l’essere] sembra “andare” anche oltre la bolla, ma io non posso seguirlo. M: – Non puoi seguirlo perchè è la fine dell’io che segue. – Lui parla con un linguaggio che definirei un “linguaggio totale” parla attraverso il corpo, il pensiero, l’energia, le emozioni, le sensazioni, quello che percepisco come esterno a me ecc. Lo…
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MARE MOSSO A: “Agganciare” il non pensiero, e rimanerci il più possibile, è come galleggiare in mare col mare mosso. Marco: Una pratica stagnante non serve a molto, meglio il mare mosso 🙂 A: Devo fare un lavoro per mantenere la condizione. M: Esatto. Renato ad un ritiro ha fatto l’esempio di una navicella a cui occorre una spinta per superare l’atmosfera e liberarsi nello spazio 🙂 Ramana disse: “Il fine dello sforzo è di abbandonare ogni sforzo.” A: Proprio perche é un lavoro, mi fa rimanere in superfice, non rimango mai nel silenzio. M: Ciò che fa andare più in profondità è vedere che per rimanere nel silenzio non occorre lavoro, è giá COSÌ naturalmente. A: Comunque, ispirata dalle…
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Stanotte, durante il dormiveglia, sentivo me stesso; Mi sono trovato ad indagare il senso di essere, -come cerco di fare continuamente -, ma questa volta in modo più acuto, più intimo. Non c’era il benessere e la gioia che di solito accompagna questo sentire, – e che in egual modo ad un certo punto distrae dall’indagine- ma sconcerto, quasi come una delusione. Quest’io non ha le qualità che normalmente gli attribuiamo; Non fa, non sente. Non qualcun altro, proprio io! Ciò su cui abbiamo sempre investito, senza mai metterlo in dubbio tanto inconscia è l’abitudine, è una finzione. La completa inutilità di una soluzione, come è facile immaginare, non dà nessuno spazio allo sconcerto, che lascia il posto a…(completa tu…
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LA COSA UNICA Qualcuno chiese: “Quando le cento ossa sono fatte in pezzi e la cosa unica rimane nella sua eterna purezza, com’è?”. Jōshū disse: “C’è di nuovo vento stamattina”. Commento: Ricercando la “cosa unica” e l’ “eterna purezza”, Non tralasciare il vento che accarezza la pelle e scompiglia i capelli, È identico.
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COME IN ALTO, COSÌ IN BASSO Corpo, Energia, Mente, Intelletto, Beatitudine…sono gli “strati” che velano il supremo Sè, dal più grossolano e facilmente percebile al più sottile. Questa concezione classica del Vedanta puó essere facilmente misinterpretata nel senso che la Coscienza resta nascosta all’interno di una matrioska. Ma sia ció che intendiamo con l’interiore che l’esteriore, la cui conoscenza puó in entrambi i casi estendersi indefinitamente, è ugualmente esteriore rispetto alla Coscienza, la quale non conosce interno, nè esterno: “Domanda: Possiamo procedere andando dall’esterno all’interno? Ramana: Esiste una differenza del genere? Percepite la differenza tra esterno ed interno nel sonno? Questa differenza esiste solo in relazione al corpo (il pensiero “io”). Anche il cosiddetto stato di veglia è un’illusione. Volgete…