L’OSSERVAZIONE DEVE PORTARE ALLA DISIDENTIFICAZIONE DALL’OSSERVATO Allieva: — Mi sento molto stanca, ho troppi impegni che occupano la mia mente e mi fanno stare troppo nelle cose da fare. Non sono ancora fuori dalla dualità. Marco Mineo: — Chi sostiene di non essere fuori dalla dualità? Tu non sei chi fa. Sei chi è cosciente. Chi testimonia questa stanchezza? Trova il tuo centro in ciò che testimonia. Se fissi l’attenzione nelle dinamiche della mente che producono stanchezza, queste si autoalimentano. Prova invece a portare l’attenzione all’osservazione. I problemi della mente non possono essere risolti dall’azione della mente ma portando l’attenzione a ciò che testimonia la mente e tutto il resto. Ciò che testimonia la mente è sempre libero dalla mente!…
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Vi riporto una mail ricevuta da un’allieva che ha avuto un’esperienza diretta della non dualità: Ciao Marco, Nel mio weekend di libertà ho fatto diverse sessioni di meditazione, e dopo la nostra telefonata, la ricerca è ancora una volta cambiata, non riesco a descriverti come. Ogni volta che parliamo si aggiunge un tassello, e la via cambia. Poi nell’ultima meditazione di Domenica sera un lampo improvviso, mi sembrava di guardare l’universo come l’esplosione di una stella. Un’attimo dopo di nuovo tutto normale. Il lunedi mattina mi sentivo la testa molto piu silente e tranquilla, e nella meditazione della pausa pranzo è successo che mi sono sentita (per una frazione di secondo chiarissima) nel nulla, e dopo la mia mente che…
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Allieva: — La rabbia mi distoglie dalla serenità. Marco Mineo: — Ogni emozione, essendo una manifestazione di energia, diventa un problema solo quando la tratteniamo. Bisogna vedere il perché non si vuole provare quell’emozione. Le emozioni quando sono una manifestazione di energia che non è trattenuta, durano un istante senza lasciare traccia, come un onda nel mare, senza solidità. Ciò che percepisci come solido è qualcosa di trattenuto o rifiutato. Senza resistenza non c’è solidità. Il punto è la resistenza alla rabbia. Perché non puoi farti attraversare dalla sua energia restando inalterata? A: — È proprio questa voce, i pensieri, a fare da ancora alla rabbia, che viene nutrita e tenuta lì dov’è. Marco: — I pensieri trattenuti diventano emozioni. Passa…
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Allieva: — La meditazione si ferma ad un massimo di 10 minuti, interrotti da leggeri attacchi di ansia. Non lo avrei mai detto, ma il corpo si ribella almeno quanto la mente al lasciarsi andare. Credo di aver preso coscienza del senso di essere, ma per pochi secondi, ed è ancora tutto in superficie. Talvolta ho un senso di vertigini quando lo contatto e poi provo a scendere in profondità, come di cadere nel vuoto… e ancora mente e corpo che si oppongono. Marco Mineo: — Si tratta di fenomeni dovuti alle resistenze acquisite nel corso del tempo che fissano l’attenzione in superficie, nel fenomenico. Bisogna alternare l’abbandono con lo sforzo di contattare il senso di essere. Come una vanga…
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Allieva: Sono sulla strada che mi porta a riconoscere l’osservatore, che io non avevo proprio idea di come riconoscere, Il percorso finora è stato questo: • IMPARARE A PERCEPIRMI SVEGLIA; è stato il più semplice, e lo uso ancora quando sono molto distratta. Mi fa sentire leggera la testa. • IMPARARE A PERCEPIRMI VIVA; è già più duro, perché passo dal corpo per poi slegarmi da esso e mantenere la sensazione. Mi fa sentire distaccata dal corpo. • PERCEPIRE L’OSSERVATORE; questo stimola molto l’energia; ho dovuto lavorare sul fatto che questo osservatore non usa nel modo classico gli organi di senso, e la sensazione è cambiata dal percepirlo come un asse dentro di me fino ad averlo tutto attorno, né…
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Aum: veglia, sogno, sonno profondo. Così identificati nello stato di veglia lo consideriamo senza dubbio solido, dimenticando la virtuale creatività vivace e instabile del sogno, e ancor di più dimentichiamo che per un terzo della nostra vita, nel sonno profondo, svanisce tutto, compresa l’idea che ci sia mai stato un mondo. Aum: sorgere, permanere, dissolvere. Ogni fenomeno sorge, permane e si dissolve. Ma noi ci accorgiamo solo del permanere per cui formiamo l’idea di esistenza, attaccandocene e restandone schiavi. Aum Veglia, sogno e sonno profondo non sono momenti separati. Sorgere, permanere e dissolvere non sono momenti separati.
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Per rispondere in modo pratico ad una domanda su cosa fosse l’identificazione una volta feci il seguente esempio: – Di cosa sei consapevole? Di ciò che mi circonda, del mio corpo e del corpo degli altri, di ciò che penso… – Bene. Tu chi sei? L’allievo allora indicò il suo corpo e la testa. – Questa è l’identificazione! Sentirsi meno di ciò che si è. Puoi mai essere qualcosa di meno della tua stessa consapevolezza? Puoi mai essere “qualcosa”?
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Anni, fa durante la lezione di un Lama, egli ci chiese quale fosse secondo noi la causa della sofferenza e io risposi prontamente: “l’impermanenza!”. “No!” fu il suo commento, ma io non capii dove fosse l’errore. Poi ha continuato spiegando l’attaccamento e l’avversione come causa dell’ego e quindi della sofferenza. Compresi quei concetti solo intellettualmente e restai insoddisfatto. Anche quando provai ad applicare quell’insegnamento non ebbi alcun successo, poiché in realtà ‘pensavo’ ad esso, ci giravo intorno… Poi compresi, in modo del tutto inaspettato. Un giorno osservavo intensamente il mare. Davanti gli occhi solo lo scintillare incessante delle onde e delle increspature, una sorta di spettacolo cosmico, niente su cui far dimorare lo sguardo, finché… anche la mente cessò di…
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“Rimuovi” tutto dall’esperienza Ciò che resta non è incoscienza Abbandona tutto dell’esperienza interna ed esterna Che non resti niente da fissare! Avviene un salto quantico Per cui tutto resta così com’è Trasfigurato come realtà non duale Dimori come consapevolezza indivisa Non toccato dai concetti
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Il fatto fondamentale È che tu sei Qualsiasi sia la tua condizione Qualsiasi cosa tu stia facendo, pensando, sentendo Tu sei Riferisciti solo a questo fatto fondamentale, Come all’asse su cui gira la ruota: L’evidenza di essere che include e svela tutto.