– Il dolore è forte e continuo, mi identfico col male, ho provato ma al massimo sento il sè e il dolore insieme, più dominante il secondo sul primo. Accetto sempre più questa esperienza, anche perchè non c’è altro da fare, diversamente sarebbe dura far passare il tempo. Ed è proprio l’impermanenza dei fenomeni che mi dà la forza. Avevo programmato queste vacanze come l’apice del lavoro sulla consapevolezza, ringrazio quando sono imbottita di antidolorifici per la quiete che ne traggo… Marco lo so che sono immersa nella mente, ma sento anche che il Sè c’è. – La consapevolezza del dolore è consapevolezza, non dolore. La consapevolezza della mente è consapevolezza, non mente. Pensi di essere consapevole di cose ma…
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LA CONSAPEVOLEZZA NON HA NULLA A CHE FARE CON I CONCETTI Marco Mineo: — Chi sei nel sonno senza sogni? Allieva: — Sono incoscienza inconsapevole. Marco: — Quel ‘sono’ è coscienza consapevole!!! Una conseguenza dell’identificazione è immaginare che assenza di mente significhi assenza di consapevolezza, per questo quando ci riferiamo al sonno senza sogni diciamo ‘ero incosciente’, e lo descriviamo come un grande buio. Il punto è che per consapevolezza intendiamo erroneamente consapevolezza di qualcosa o qualcuno! Qualcosa e qualcuno sono concetti della mente, e basterebbe notare di esserne consapevoli per vedere che la consapevolezza è infinita e non ha nulla a che fare con nessun concetto!
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Ciao Marco. Sono in vacanza. Passo moltissimo tempo a sintonizzarmi col silenzio, talvolta ho la sensazione che più mi collego più le cose filano dritte. Anche le letture come “Stai pensando?” e “Io sono il testimone” sul sito ‘itisnotreal’ mi aiutano in questo. Il tutto avviene durante lo svolgimento della giornata. C’è una cosa che sta crescendo e posando le radici, è la coscienza che il Sé è sempre e ovunque, e che lo conosco.
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LIBERO COME IL VENTO Allievo: — Oggi, uscito dal lavoro, mentre ero in macchina e stavo andando a casa, mi sembrava di volare libero come il vento in mezzo agli alberi, il corpo lo vedevo come un qualcosa di statico e fermo, ma non mi sentivo il corpo, mi sentivo libero come ti ho detto. Non è durato molto, mi sentivo perfettamente cosciente e senza pensieri… Anche ora mi sento abbastanza ‘leggero’. Grazie a te! Marco Mineo: — Perfetto!! Coltiva questo stato di apertura e piena coscienza. GRAZIA a te!
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OSTACOLI NELLA PRATICA Sono numerosi e dovuti alle tendenze latenti (vasanas) acquisite nel tempo che governano le nostre reazioni emotive e producono le impressioni mentali. Il momento presente viene esperito con queste numerose distorsioni che ci fanno credere di essere altro dalla Pura Consapevolezza. I pensieri invece di sparire nella luce continua della pura consapevolezza lasciano una traccia nella mente che getta i semi per i successivi pensieri, acquisendo così una parvenza di sostanzialità e continuità, e quindi capacità di condizionarci, che in realtà non possiedono affatto. Il risultato è mancanza di concentrazione, di fiducia in noi stessi, nella pratica e nell’insegnamento, mancanza di costanza, perseguimento di una pratica errata in balìa delle svariate e mutevoli considerazioni. Come affrontare ciò?…
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LA SOLA CONSAPEVOLEZZA, OVVERO SILENZIO Allievo: — Ciao Marco. Stasera ho letto un avvenimento segnato come sogno che mi è accaduto tempo fa: Mi sveglio di mattina presto prima che suoni la sveglia, ascolto il profondo silenzio del mattino, e una voce da dentro dice: “Ecco, ascolta la voce di Dio”, poi ho continuato un sonno-sveglio sprofondando nel silenzio col sentimento che è la voce di Dio. Marco: — Molto bello! Il silenzio è la voce di Dio, e Dio è consapevolezza, proprio la ‘tua’ consapevolezza! La sostanza di tutto è silenzio e consapevolezza, non lo vediamo finché siamo assorbiti dagli oggetti della consapevolezza (corpo, mente, mondo). Il sonno desto (waking sleep) è l’abbandono di ciò di cui si è…
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Abbatti le inesistenti mura libera la mente dal concetto di “mente” lascia che il puro conoscere che illumina l’apparenza traspaia come tua propria natura Il mondo è un ombra istantanea nella luce del puro conoscere, o se preferite è un “lampo nella buia notte”, che cambia? Occhio che non vede se stesso, si conosce specchiato nel riflesso del conosciuto. Conosciti come ciò che conosce l’apparizione e la sparizione del mondo.
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UNO STATO DI RELAX INFINITO Allieva: — Sento che quando arriva un pensiero sono come un’entità liquida che viene trasportata nella bottiglia di quel pensiero… Appena mi chiedo ‘chi sono io?’ il pensiero smette. Poi appena sorge un pensiero mi chiedo di chi è questo pensiero, la mente risponde: ‘mio’, dunque torno alla domanda ‘chi sono io?’ e di nuovo compare il silenzio. Non pensavo che questa domanda facesse stare in silenzio la mente. Sono cosciente ma in uno stato di relax infinito. Purtroppo questo stato non riesco ad ottenerlo quando sono in attività, ad esempio mentre sono in macchina o al lavoro. E ci sono pensieri con una carica maggiore che riescono a distrarmi e portarmi via. …
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Marco: — Come hai praticato finora? Allievo: — Purtroppo non sono stato assiduo, un po’ perché non trovo la posizione giusta, a gambe incrociate non riesco a stare più di mezz’ora. L’unico progresso che ho notato soprattutto se pratico anche il pranayama prima di iniziare (quello a narici alternate) riesco per brevi istanti a centrarmi ad annullare il chiacchiericcio mentale e concentrarmi nel terzo occhio. Marco: — Qualsiasi pratica che non puoi sostenere continuamente non può portarti a ‘Quello’ che è continuo silenzio e consapevolezza, sono utili solo come pratiche accessorie. In questo momento che stai leggendo: SAI DI ESSERE? Se hai 10 minuti pratichiamo insieme. Allievo: — Certo. Marco: — Allora, proprio ora, porta tutta la tua attenzione all’io…
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Allieva: — Durante la meditazione ad un certo punto mi sono sentita trascinare via, aspirata da qualcosa verso la nuca. Poi la mente è intervenuta a bloccare e l’esperienza si è interrotta. Marco Mineo: — Non tenere niente in tasca, cedi tutto, se no sei costretta a pensare a cosa tieni in tasca. Devi abbandonarti e perdere il controllo. Qualsiasi cosa ti porti Shakti lasciati attraversare incondizionatamente. Senti interiormente: “Qualunque cosa accada e ovunque mi porti, va bene”. Quando questo avviene completamente ti sveli come testimonianza senza forma, chiara e assoluta trasparenza. Abbandona ogni contenuto della coscienza, finanche il pensiero dell’io, e accorgiti di essere coscienza. Commento di Sergio Cipollaro: Vi ricordate che da un paio di anni ho l’idea…