Questo pensiero che fugge E fugge, In realtà cerca solo riposo. È uscito dalla Dimora del niente e si è perso. Ora che sei cosciente, qualunque cosa tu faccia è nella direzione giusta. Perchè cerchi, e vuoi; E che tu lo sappia o meno, In tutto ciò che cerchi Vuoi solo la Dimora.
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Ciao Marco, Oggi ho fatto visita ad un posto, l’ho chiamato il “campo di coscienza unitaria”. Dopo un attimo di sconcerto e di sgomento mi sono resa conto che sarebbe un bel posto dove “vivere”, nessuna emozione, nessun pensiero, nulla di “umano” lì, solo una sorta di spazio senza confini dove tutto è collegato a tutto, una specie di computer centrale che smista informazioni ai vari computer collegati, tutto molto “meccanico” per un umano, ma proprio per questo mi è sembrato OK. ~ Il piano in cui non c’è separazione ovviamente non è “umano”, è Coscienza Impersonale. L’indagine sull’io alla fine fa comprendere che la coscienza non è nella persona, ma è la persona ad apparire nella coscienza impersonale. Ciò…
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UNA SCOPERTA ECCEZIONALE Ciao Marco, Ho anche fatto una scoperta eccezionale: il qui e ora! Ne avevo sentito abbondantemente parlare, ma conoscerlo di persona, è una cosa diversa; Tu sai benissimo cos’è e vorrei sapere da te se quello che “conosci” tu è lo stesso che ho conosciuto io. In pratica è come se ci fosse un lampione che illumina un pezzetto di strada, quando sei presente a te stessa, cioè quando la tua massima attenzione è rivolta verso di te, su quello che stai facendo o pensando ecc. ti senti sotto il lampione di luce, cioè ti sembra di essere precisamente al posto giusto, nel momento giusto e ti senti perfettamente te stesso; Quando arriva qualche pensiero che…
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Prendiamo contatto con il nostro interiore, Qualsiasi sia l’attività che sentiamo al nostro interno, Semplicemente lasciamo che accada. Non ci occupiamo della condizione del nostro mentale. Lasciamo discendere il nostro sentire verso il corpo. Proviamo a notare lo sfondo in cui la percezione presente appare; Sentiamo che tutta la nostra esperienza, nella sua unità É come se galleggiasse in uno stato di quiete, uno stato senza qualità. Possiamo coglierLo solo abbandonandoci. Notiamo di essere coscienti, Ma non di qualcosa in particolare. Notiamo che la nostra esperienza presente, Appare in questo sfondo di coscienza. Senza provare ad oggettivarla, Lasciamo l’esperienza così com’è.
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Mi siedo, Senza fare nulla. Nient’altro che tenere la schiena eretta e il corpo immobile; Penso, ma non so bene cosa Sento, ma non so bene cosa Provo disagio, ma non so bene perchè; Mi accorgo che il corpo è ancora immobile e la schieda dritta, Per qualche istante questo mi dà sollievo In fondo c’è qualcosa di calmo… Subito comincia l’insofferenza della postura, L’insofferenza del non fare niente. Arrivano ad un picco. “Sto davvero non facendo niente?” Sorge questo pensiero, Di conseguenza osservo cosa sta accadendo. C’è tensione nella mente, vuole qualcosa da fare C’è tensione nel corpo, vorrebbe scappare. Mi vengono in mente gli impegni di domani, Poi qualcosa che mi fa arrabbiare. Penso anche a come fare…
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Ciao Marco, Vorrei aggiornarti su come procedono le cose, e la mia speranza è che tu mi faccia da bussola perchè sono confusa. Premetto che l’energia che avevo sulla sommità della testa è ancora lì che lavora, ho anche un pò di depressione e mancanza di energie, non ho voglia di fare nulla e non trovo nulla che valga la pena di essere fatto. E’ come se una parte della mia mente si fosse addormentata, c’è questa energia che rotea e che sembra annebbiare tutto, faccio fatica a pensare e a ricordare e al mio interno ho l’impressione che ci sia un grande vuoto che sta lentamente avanzando e fagocitando tutto quello che trova al suo passaggio, è un vuoto…
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ULTIMAMENTE OSSERVO LA MENTE E NON MI RAPPRESENTA, COME SE MI DISSOCIASSI DA LEI E DAI SUOI FRUTTI
by adminULTIMAMENTE OSSERVO LA MENTE E NON MI RAPPRESENTA COME SE MI DISSOCIASSI DA LEI E DAI SUOI FRUTTI Allieva: — Ciao Marco. È autunno, questo ciclo ricomincia, ed io non ho proprio voglia di entrare nel movimento della vita. Da un lato sono stufa di fare, e dall’altro sono incapace di intraprendere il fare Marco: — Visualizza te stessa che è stufa di fare, o che ostacola il fare. Rievoca “essere stufa di fare”. A cosa sta resistendo questa immagine di te? Prendi consapevolezza di cosa non vuoi, senza analizzare, lascia solo emergere. Se ti fermi ad analizzare blocchi il processo. Poi torna al sentire “essere stufa di fare” e ricomincia. Se vuoi puoi scrivere cosa emerge per prenderne maggiore…
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Il pensiero ci fa vivere molteplici esperienze, In realtà l’unica esperienza che abbiamo è di essere. Sembra di essere consapevoli di diverse cose, in realtà siamo consapevoli solo di essere consapevoli. Essere è consapevolezza, consapevolezza è essere.
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Meditazione, Stato Naturale e Retto Sforzo. <Consapevolezza senza sforzo e senza scelta è la nostra vera natura. Se possiamo ottenerla o essere in quello stato, va tutto bene. MA NON SI PUÒ RAGGIUNGERLA SENZA SFORZO, lo sforzo di meditazione deliberata. Tutte le vasana di lunga data portano la mente all’esterno e la rivolgono agli oggetti. Tutti questi pensieri devono essere abbandonati e la mente rivolta all’interno. Per quello, lo sforzo è necessario per la maggior parte delle persone. Naturalmente tutti, ogni libro dice, ‘Sii quieto o immobile’. Ma non è facile. Questo è il motivo per cui LO SFORZO È NECESSARIO.> Day by Day with Bhagavan (11-1-46 Pomeriggio: edizione 2002, pagina 104) Lo stesso concetto è similmente espresso da Allan…
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L’AIUTO Immaginate che qualcuno col vizio del fumo cerchi di smettere, e gli si dica che non occorre far nulla, che non occorre cercare; Lui non capirà, sente di avere un problema (illusorio) e sentirà di non essere compreso. Semplicemente farà ciò che gli viene più naturale e spontaneo, all’interno del condizionamento della dipendenza: continuare a fumare. Lo stato naturale è assenza di coinvolgimento con la mente irreale, ed è la mente a creare i concetti di io, tu, io che ho un problema e tu che aiuti. Ma l’identità, il coinvolgimento con la mente è una dipendenza! Ed è l’origine di ogni dipendenza. Dunque prima fate qualcosa, aiutatelo a vedere da sè l’origine del problema, fatelo comunicare, POI finalmente…