LE ERBACCE DELLA MENTE Quando ci sediamo a meditare, non dividiamo. Io e la mente, io e il corpo, io e quello che sento. Se cerchiamo di trascendere la mente, di essere l’Osservatore, o di cercare l’Io, mantenendo l’intento più o meno inconscio di voler allontanare quello che sentiamo, Si acuirà il senso di separazione. Per un certo periodo, o in certe fasi, può essere inevitabile, perchè l’abitudine a restare separati e gestire ciò che sentiamo è radicata. L’importante è non scoraggiarci e perseverare: “Se perdete lo spirito di ripetizione, la vostra pratica diventerà alquanto difficoltosa”, Suzuki-Roshi. Quando sorgono i pensieri, notiamo la nostra reazione. Se sono pensieri con un significato emotivo, potremmo accorgerci di starli reprimendo prima ancora di…
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“MAGIA” Ciao Marco, Mi hai detto che le crisi sono inevitabili, questo mi fa pensare al fatto che anche tu ne abbia attraversate tante ed ora credo che tu non le senta quasi più, e questo mi fa sperare. Qualcosa mi dice che debba vedere i momenti di crisi slegati dal tempo, slegati dalla persona che vive nel tempo, e se li vedo così -come se veramente fossi l’Assoluto- mi sembra di assorbirli in me! Hai assistito ad una magia in diretta, magia insegnatami da te! Il guardare fisso il “Soggetto”, cioè Me, sembra far sparire l’”Oggetto” che teneva in ostaggio. Grazie davvero.
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UN SOLE DENTRO CHE ILLUMINA “Ciao Marco, Mi hai parlato (per la centesima volta) di “notare la testimonianza”, e l’attenzione mi è caduta su quella sensazione sempre fissa in me, di avere un qualcuno dentro me che osserva ogni cosa senza interferire minimamente in nulla, una specie di “osservatore estraneo”, al di fuori di tutto, neutro. Mi è sembrato come un “varco” invisibile per un nuovo mondo. Non so come descriverti il mio “entrare” in questa nuova dimensione, dimensione che all’inizio era piuttosto sgradevole perchè in apparenza lì non c’è nulla di umano, e perchè la mia impressione è che lì la mente non riesce proprio ad entrare; La mia impressione è quella di aver “trovato” il Sè o forse…
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LA MENTE RICERCA LA SUA SORGENTE E SI ESTINGUE IN ESSA Ciao Marco, Qui è un susseguirsi di roba, dimensioni che si succedono, alti e bassi, e trovare il bandolo della matassa è arduo. Spesso ricordo le tue parole sul fatto che il Sè è semplice, non riesco ancora a identificarlo con me, ma quando mi percepisco come semplicità assoluta è proprio allora che sento quasi la fusione con quel Sè. Forse la ricerca stessa di un qualcosa che è già qui è un’ostacolo al riconoscimento, ma d’altronde credo non se ne possa fare a meno. Bisogna trovare l’equilibrio tra il cercare qualcosa e la convinzione interna di essere già quello che si cerca; La “combustione” che deriva da questi…
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AUTOCONSAPEVOLEZZA Per un paio di giorni sono stato un pò dolorante e spossato. Sul tardo pomeriggio mi sono finalmente messo a meditare un pò. Sentivo di voler contemplare l’osservatore… – Si comincia sempre da dove si è, nella propria esperienza del momento di stare osservando, di essere consci. E si continua. Quando l’osservazione è completa, non impedita da attaccamento e avversione, si diventa consci -si sente – che non c’è niente di non osservato. A questo punto si può essere pronti per un salto, se ci accorgiamo di essere consci dell’osservazione, consapevoli della consapevolezza. [La piena autoconsapevolezza è autotrascendimento] Ciò che osserva non può essere osservato, è Assoluto. Sono assoluto – …ci sono caduto dentro e riemerso un pò più…
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Tu osservi. Ció che osserva ogni cosa non è nessuna cosa, niente. Non sei niente che puó essere osservato, misurato, comparato. Niente di limitato. L’Osservatore in te, è l’Assoluto. “Tat tvam asi: quello [ātman-Brahman] sei tu”. Chandogya Upanishad “Sì, in verità tutto questo è Brahman, questo ātman è Brahman.” Māṇḍūkya Upaniṣad
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MA RICORDA In quanto corpo-mente puoi avere tanti problemi,Ma ricorda che sei solo Quello che ne è consapevole;In quanto individuo nel tempo sei soggetto al passato e al futuro,Ma ricorda che sei solo questo momento presente.
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Non importa quante volte te l’ho detto, stai ancora pensando, pensando, giudicando, giudicando, traendo conclusioni, provando a capire la tua vita. Devi lasciare andare. Totalmente, assolutamente, completamente. Devi lasciare andare così completamente che non sperimenterai il corpo, la mente, il dolore, niente. Robert Adams
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Pondera bene questo. La tua sadhana, la tua pratica spirituale non cominicia quando sei stato da molti insegnanti, e hai letto molti libri. Comincia effettivamente quando molli tutto. Ecco quando la vera sadhana comincia, quando hai abbandonato tutto, quando ti sei svuotato di tutta la conoscenza, e tutti i desideri di liberazione. Quando sei diventato vuoto, allora la tua pratica comincia. Fino ad allora stai solo giocando con te stesso. Robert Adams [Nota: anche il desiderio di liberazione deve essere abbandonato, ma non prima che sia diventato l’unico desiderio. Inoltre si devono purificare gli elementi di fuga o di difesa che potrebbero essere presenti in questo desiderio]
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Il nulla di cui parlo è eternità, onnipresenza. Quando non ti identifichi con niente, ogni cosa si dispiega come dovrebbe, e tu diventi molto felice. Quando guardi al futuro, provando a diventare qualcosa, o di raggiungere qualcosa, o di migliorare qualcosa, sei sempre preoccupato, hai paure. E anche se lo raggiungi, non è come lo pensavi. Quando ti identifichi con la vacuità, la tua vera natura, questo è Brahaman, realtà assoluta. Un altro nome per “pura consapevolezza” è nulla. La realtà assoluta è Nulla. La pura intelligenza è Nulla. La tua reale natura è Nulla. Non è nulla che puoi descrivere. È pura vacuità. Robert Adams The nothingness I speak of is eternity, omnipresence. When you do not identify with…