Il sogno lucido mi è di grande ispirazione.
Il passaggio tra sogno ordinario e sogno lucido, ad esempio, chiarisce la differenza tra stato ordinario e stato meditativo: Assolutamente nessuna differenza.
Eppure c’è un salto, che è un cambio di prospettiva, un “accorgersi”.
C’è un momento di soluzione di continuità nella narrazione mentale per effetto di questo accorgersi, come ricordarmi di qualcosa di ovvio, mentre sono nel bel mezzo della distrazione del pensiero, e che mi fa dimenticare anche il bisogno dello sforzo per pensare.
Posso parlare di lasciare libero il pensiero senza mettere in dubbio l’esistenza del centro intorno a cui ruota e che lo ancora? Senza uno “STOP” totale e spontaneo di ogni storia e ogni possibilità dell’io?
Può darmi lo spazio sufficiente per spezzare momentaneamente l’abitudine a creare storie coinvolgenti per viverci dentro, proprio come in sogno.
Il sogno continua ma senza inquietudine, semplicemente perchè è quello che è, e lo vivo totalmente.
Produrre volontariamente l’interruzione della narrazione non mi è mai servito (e non ci ho mai provato, almeno consapevolmente), “accorgermi” invece si.
Marco