LA MENTE RICERCA LA SUA SORGENTE E SI ESTINGUE IN ESSA
Ciao Marco,
Qui è un susseguirsi di roba, dimensioni che si succedono, alti e bassi, e trovare il bandolo della matassa è arduo.
Spesso ricordo le tue parole sul fatto che il Sè è semplice, non riesco ancora a identificarlo con me, ma quando mi percepisco come semplicità assoluta è proprio allora che sento quasi la fusione con quel Sè.
Forse la ricerca stessa di un qualcosa che è già qui è un’ostacolo al riconoscimento, ma d’altronde credo non se ne possa fare a meno.
Bisogna trovare l’equilibrio tra il cercare qualcosa e la convinzione interna di essere già quello che si cerca;
La “combustione” che deriva da questi due “movimenti” dà origine a qualcosa di bello e anche stranamente naturale.
Qui è tutta una “combustione”, un moto di rivoluzione interna, questa sera mi viene in mente l’universo e se dovessi dirti cosa sento direi che è come se dentro di me ci fosse un universo in formazione, si stanno creando stelle, pianeti, le materie si mescolano tra loro, sembra ci sia caos, ma credo che ogni cosa sia al suo posto.
Ogni giorno che passa sento che siamo immersi nel Suo Amore e mi dico come sarebbe bello che tutti sentissimo questa cosa, la nostra vita sarebbe diversa, la sofferenza sarebbe vista diversamente.
Spesso mi sento in colpa per sentire la gioia che mi assale, mi vengono in mente i vecchi schemi mentali per i quali la “vita è sofferenza” e mi sento anche egoista per il fatto di provare gioia mentre gli altri provano magari dolore, non riesco ancora ad affrontare e risolvere questo senso di colpa, spero di comprenderlo con l’aiuto del Sè e con il tuo aiuto.
Per quanto riguarda la pratica è come se mi avesse portato in una stanza e mi avesse detto di guardare solo Lui;
La stanza all’inizio era buia e non vedevo nulla, ora “vedo” qualcosa che mi ripaga di tutte le presunte sofferenze, non credo che ci sia un Conoscere più grande del Conoscere Lui.
Marco:
Gli schemi mentali di cui parli si sono impressi nel tempo ogni volta che ci siamo chiusi verso qualcosa, e che ora resta come mente sospesa, che è importante chiarire perchè non permette all’attenzione di essere in se stessa.
Ogni volta che ci siamo chiusi verso qualcosa ci siamo chiusi verso noi stessi.
La mente non è cattiva, ha sofferto e si è ritirata, voleva solo proteggersi.
La ricerca è solo della mente, ma è assolutamente necessaria.
Molti capendo che la ricerca è un ostacolo la abbandonano, ma senza abbandonare la mente.
Anzi ne restano ancorati in modo ancora più saldo.
La ricerca (che è della mente) è necessaria per abbandonare la mente stessa.
La mente ricerca la sua Sorgente fino ad estinguersi in essa.
Bisogna lasciare che la mente continui la ricerca, e insieme ricordare che non si sta ricercando qualcosa di diverso da se stessi.
La combustione di cui parli è purificazione, questa “tensione” interna è dovuta all’identificazione, e il suo emergere è segno del lavoro interiore.
A volte questa tensione raggiunge un punto oltre il quale puó portare ad una rottura più o meno temporanea dell’identificazione.
Lascia avvenire questa combustione, senza metterti in mezzo, cascasse il mondo, e contemporaneamente prova a notare che “qualcosa” ne è Testimone.
Ad un certo punto la paura può bloccare questa combustione, basta persistere.
Più si lascia accadere il “moto di rivoluzione interna” maggiore è la possibilità di notare la testimonianza.
Notando la testimonianza, ti puoi accorgere che ciò che è testimoniato è solo un sogno, e viceversa.
Appena ti identifichi col testimone, l’Identità reale, è Samadhi: Non solo ciò che è testimoniato è un sogno, ma è completamente inesistente.
C’è solo testimonianza senza testimoniato, Uno senza Secondo.
❤