Mi siedo,
Senza fare nulla.
Nient’altro che tenere la schiena eretta e il corpo immobile;
Penso, ma non so bene cosa
Sento, ma non so bene cosa
Provo disagio, ma non so bene perchè;
Mi accorgo che il corpo è ancora immobile e la schieda dritta,
Per qualche istante questo mi dà sollievo
In fondo c’è qualcosa di calmo…
Subito comincia l’insofferenza della postura,
L’insofferenza del non fare niente.
Arrivano ad un picco.
“Sto davvero non facendo niente?”
Sorge questo pensiero,
Di conseguenza osservo cosa sta accadendo.
C’è tensione nella mente, vuole qualcosa da fare
C’è tensione nel corpo, vorrebbe scappare.
Mi vengono in mente gli impegni di domani,
Poi qualcosa che mi fa arrabbiare.
Penso anche a come fare per fermarmi e sento il disagio del circolo vizioso in cui mi trovo.
Mi accorgo di nuovo che sono ancora qui seduto.
Allora sento un nuovo spiraglio:
“Tutti i problemi sono nella mente”,
Un nuovo senso di lucidità mi permea.
In questa lucidità
sento più chiaramente
Penso più chiaramente
Osservo ancora,
qualche pensiero “importante” lascia una traccia emotiva,
Ma svanisce presto, nella lucidità acuita vedo
il sorgere
Il permanere
Lo svanire,
Di ogni percetto.
Sono ancora seduto.
In questo essere seduto sento che tutto è incluso, calma e movimento.
In questo essere seduto mi sento al centro di un ciclone.
“Cosa sto cercando, anzi CHI sta cercando?”
Sento sorgere questo dubbio, ad esso si accompagna una sensazione di leggerissima tensione.
Resto con questa tensione senza far niente
Finalmente mi riavvicino davvero al non fare niente, e QUALCOSA SI SCHIUDE.
Sono cosciente senza fare niente, mentre il fare ACCADE SENZA DI ME.
Osservo il fare accadere senza di me.
Mi sforzavo di restare separato.
Ma non c’è separazione con il resto, anzi
NON C’È “RESTO”!
Fare e non fare erano problemi della mente.
Nell’accadere spontaneo della totalità, senza separazione, non c’è davvero sforzo.
Qui, c’é solo COSÌ.
Marco