Ascolto il passaggio delle percezioni, il ritmo dell’apparire-svanire. Mi lascio in questo ritmo, imprevedibile, incontrollabile, potente increspatura del silenzio. L’ascolto del passaggio non passa, É calma in sé.
uncategorized
-
-
Benedetto squilibrio, benedetto fallimento Da qualche giorno sono in uno stato di “squilibrio”, eppure i sogni sono più vividi e belli del solito. Squilibri e fallimenti arrivano per portar via le nostre idee di successo ed equilibrio. Si può lasciar agire uno squilibrio, lasciarlo lavorare, lasciargli demolire strategie a cui ci siamo attacati? Come può ad esempio una forte asma portare via titubanze e paure, come fosse un pranayama? In certe condizioni sembra impossibile praticare, o più semplicemente é impossibile farlo “tenendo” una modalitá, le strategie non hanno possibilitá di essere utilizzate, E fallendo lasciano più spazio. Marco
-
Una lenta pulsazione assorbe ed emana contraddizioni. Lascio così, perfetto perchè è, Senza cercare altro, non si crea l’altro. Non creare, riposo dell’assolutamente creativo. Marco
-
Quando sono confuso, la mia confusione non viene da nessun parte e non va da nessuna parte. Quando sono chiaro, la mia chiarezza non viene da nessuna parte e non va da nessuna parte. Ció che non viene e non va è illuminazione. Come nominarlo? Marco
-
Notiamo come il corpo sia una percezione interiore e la percezione interiore può essere sentita esattamente come sentiamo le sensazioni fisiche. Sentiamo il corpo permeare l’interiore e l’interiore permeare il corpo in un’unità dinamica In questo stato rilasciato portiamo la nostra attenzione verso i contenuti mentali e ne notiamo l’effetto sullo stato interiore. Immaginiamo di rilassare la testa dall’interno, la sentiamo dall’interno. Cominciamo a considerare i pensieri come sensazioni, libere di muoversi, di svanire. Non ci occupiamo del significato dei contenuti mentali, di cosa rappresentano, ma proviamo a sentirli come sensazione, attraverso il senso interno. Facciamo caso in particolare ai pensieri che non vogliamo e alla sensazione del non volerli. Proviamo a pensarli volontariamente. Riprendiamo qualche pensiero che abbiamo avuto…
-
Una sensibilità diffusa,Tutt’intorno sente come sento.Sensorialità non più condensata solo nel centro corporeo. La mia pelle sfiora la pelle delle coseIl mio cuore sfiora il cuore delle cose,Così sappiamo di esistere. Nessuna unità,Nessuna separazione.Onde di esistenza si infrangono,Si muovono nel ventre del nulla. Marco
-
Vedo formarsi le immagini dell’attaccamento, Anche quando prende forme sempre più sottili, “spirituali” Queste immagini hanno luogo nel pensiero e come sensazioni. Si riferiscono solo a se stesse, Nessun fondamento altrove. Vedere formarsi le immagini verso cui si tende, Vedere che il tendere stesso forma le immagini, È il cadere di ogni metodo e sforzo, È cadere nell’Inconcepibile. Marco
-
Essere liberi è assolutamente normale, Quello che è incredibile è sentirsi in catene.
-
Sento sciogliersi, e poi riformarsi, la voglia di giocare, perdere e guadagnare. Mi commuovo della mia stessa stoltezza. Un vago sentore, come la sensazione di un bel ricordo che sta per affiorare, Un ricordo fuori dal tempo, per il quale non serve memoria. Marco
-
Il giorno si schianta nella notte La notte si schianta nel giorno, Qualcosa sembra continuare, ma prima di posore lo sguardo, cambia. Piccoli momenti di pace, – o vertigine, – quando rinuncio a capire, Sono capiente tanto quanto quello che c’é. Marco