Anni, fa durante la lezione di un Lama, egli ci chiese quale fosse secondo noi la causa della sofferenza e io risposi prontamente: “l’impermanenza!”.
“No!” fu il suo commento, ma io non capii dove fosse l’errore.
Poi ha continuato spiegando l’attaccamento e l’avversione come causa dell’ego e quindi della sofferenza. Compresi quei concetti solo intellettualmente e restai insoddisfatto. Anche quando provai ad applicare quell’insegnamento non ebbi alcun successo, poiché in realtà ‘pensavo’ ad esso, ci giravo intorno…
Poi compresi, in modo del tutto inaspettato. Un giorno osservavo intensamente il mare.
Davanti gli occhi solo lo scintillare incessante delle onde e delle increspature, una sorta di spettacolo cosmico, niente su cui far dimorare lo sguardo, finché… anche la mente cessò di dimorare all’esterno, si introvertì nel silenzio e allora si svelò la pura consapevolezza, immota, eterna.
Trovare il ‘dimorare’ nell’assoluta impermanenza fu una grande sorpresa!
Comprendere l’impermanenza apre all’Abbandono che è l’essenza dell’Insegnamento e della realtà.