Nella pratica dell’osservare inizialmente lo sforzo consiste nel mantenere l’osservazione continua, notando ciò che la interrompe, e la tendenza a non voler osservare ciò a cui resistiamo. Emergeranno e incontreremo cose che non vorremmo osservare (è sempre una determinata identità a non voler osservare). Persistendo nel tornare ad osservare a poco a poco si disattiva il coinvolgimento con ciò che si osserva e con l’identità che non vuole osservare, così l’osservazione diventa sempre più stabile e chiara.
Noteremo che l’osservazione è un livello più profondo e reale rispetto alla “persona” (“dietro l’osservare non c’è un ego” cit. Sergio Cipollaro).
Prima o poi si vedrà che l’osservato é un miraggio, é la luce stessa della coscienza…non c’è nient’altro che coscienza, il silenzio si riversa in tutto e noi ci riversiamo in Esso.