Non abbiate paura di essere felici. Il nuovo tabù non è nè il sesso nè la morte. Si ha paura di dire di essere felici, e questa paura di esprimerla diventa un’attitudine interiore. Come se dire di essere felici in qualche modo potesse offendere l’altro…impedendo così la possibilità di contagiare di felicità l’altro, e diventando un circolo vizioso. Se è vero che l’infelicità è la mancata soddisfazione del desiderio allora dovremmo domandarci da dove si origina, e raggiungerne la fonte, necessariamente libera dal senso di mancanza. Possiamo distendere quella tensione specifica che esprime l’infelicità del momento, e lasciandola manifestare come semplice energia lasciare che la quiete torni in primo piano. Il bello è che non è altrove ma qui! Un “qui” che precede lo spazio, senza luogo, soddisfatto di essere. Le infelicità relative perdeno carica di fronte la soddisfazione di essere, che è essenzialmente in ognuno.