Siete consapevoli di oggetti, e tutto ciò di cui siete consapevoli è per definizione “oggetto”. Ora, da questo punto in poi si tratta di Autoindagine: ciò di cui siete consapevoli comprende la percezione del corpo e della mente, della persona che agisce e che pensate di essere, per cui è oggetto anch’essa. L’Io, il soggetto ultimo, non può essere limitato dal corpo-mente, qualcosa di percepito. Questo deve ricordarci che per essere consapevoli di qualcosa dobbiamo essere consapevoli, ma non viceversa. L’Osservatore ultimo (ciò che “osserva l’osservare”) non dipende da ció che osserva, dalla persona, e nemmeno dall’osservare stesso, a meno che non ci si fermi ad una di queste identificazioni, che generano una qualche forma di resistenza alla beatitudine naturale dell’essere chi si È.
Marco Mineo