Il senso di limitatezza della coscienza di veglia, ovvero di ordinarietà ed in certi casi di oppressione della vita quotidiana è dovuto all’identificazione col pensiero. Identificare la consapevolezza col pensiero significa credere contro ogni evidenza che per essere consapevoli occorra pensare, che la consapevolezza sia pensare: ciò è chiaramente sintetizzato nel famoso detto “penso dunque sono”. Come è noto credenze e convinzioni determinano il modo in cui sperimentiamo il mondo.
“Così è, se vi pare”: percepiamo come crediamo, e come siamo abituati a percepire. A partire dall’idolatria del pensiero (sul cui tema Jiddu Krishnamurti ha scritto e detto molto) l’Illimitato sembrò divenire limitato, sembrò assumere un corpo e una mente con l’IO all’interno e formando il saldo nodo del cuore, Hrdaya-Granthi, il cui scioglimento è affidato alla Sadhana (pratica spirituale) dell’Autoindagine: portare e mantenere l’attenzione all’Io.