Notiamo come il corpo sia una percezione interiore e la percezione interiore può essere sentita esattamente come sentiamo le sensazioni fisiche.
Sentiamo il corpo permeare l’interiore e l’interiore permeare il corpo in un’unità dinamica
In questo stato rilasciato portiamo la nostra attenzione verso i contenuti mentali e ne notiamo l’effetto sullo stato interiore.
Immaginiamo di rilassare la testa dall’interno, la sentiamo dall’interno. Cominciamo a considerare i pensieri come sensazioni, libere di muoversi, di svanire.
Non ci occupiamo del significato dei contenuti mentali, di cosa rappresentano, ma proviamo a sentirli come sensazione, attraverso il senso interno.
Facciamo caso in particolare ai pensieri che non vogliamo e alla sensazione del non volerli.
Proviamo a pensarli volontariamente.
Riprendiamo qualche pensiero che abbiamo avuto durante la giornata che ci ha disturbato o pensieri che in generale sappiamo che ci disturbano.
In questo momento non li subiamo ma li lasciamo apparire consapevolmente.
Più chiaramente li lasciamo apparire, più è possibile una fase iniziale di chiusura verso di essi, per poi cominciare a rilassarci.
Proviamo a farlo più volte e con pensieri diversi notando come riverberano nel corpo e nelle emozioni, lasciando che vengano pensati.
Durante il quotidiano spesso ne siamo soggetti, in questo momento siamo noi ad osservare questo meccanismo.
Ora ritorniamo al sentire i contenuti mentali come fossero senza significato, senza che indichino altro da loro stessi.
Proviamo a fare caso che anche quando sembra che qualche pensiero indichi qualcos’altro, in realtà sta indicando ancora un altro pensiero, quello successivo.
Nessun pensiero indica qualcosa di esterno al pensiero stesso.
Non proviamo a risolvere questo circolo, solo sentiamo le sensazioni e la traccia che lascia il pensiero.
Facciamo caso alla natura di queste sensazioni.
Possiamo cominciare ad accorgerci che tendono alla calma, tendono ad acquietarsi, a prescindere dalla quantità e dall’intensità, tendono sempre a svanire.
Spostiamo l’attenzione dal contenuto al contenitore.
Notiamo che si espande man mano che lasciamo muovere il contenuto.
Potremmo avere una qualche percezione del contenitore e questa percezione è comunque contenuta in quel contenitore massimo che è il silenzio.
Non provando a cercarlo o a produrlo, lasciamo che si apra.
Marco