ULTIMAMENTE OSSERVO LA MENTE E NON MI RAPPRESENTA
COME SE MI DISSOCIASSI DA LEI E DAI SUOI FRUTTI
Allieva: — Ciao Marco. È autunno, questo ciclo ricomincia, ed io non ho proprio voglia di entrare nel movimento della vita.
Da un lato sono stufa di fare, e dall’altro sono incapace di intraprendere il fare
Marco: — Visualizza te stessa che è stufa di fare, o che ostacola il fare. Rievoca “essere stufa di fare”.
A cosa sta resistendo questa immagine di te? Prendi consapevolezza di cosa non vuoi, senza analizzare, lascia solo emergere. Se ti fermi ad analizzare blocchi il processo.
Poi torna al sentire “essere stufa di fare” e ricomincia.
Se vuoi puoi scrivere cosa emerge per prenderne maggiore consapevolezza.
Allieva: — Mi viene da fare una tattica che mi sta aiutando.
Osservo il fluire della quotidianità, come guardare un film che non mi interessa.
Osservo il corpo come si muove, osservo il movimento, osservo i rumori e tutto scorre anche se mi fermo. E non mi cambia niente.
Marco: — Bene.
Ma fa attenzione a non confondere il distacco con il volersi distanziare dalle situazioni della vita. Se noti di volerti distanziare porta l’attenzione a cosa stai resistendo e ricorda che tutto ciò che appare, le situazioni della vita, sono te stessa e non puoi separartene.
Ovviamente sei anche la pace e il distacco oltre ogni situazione, ma questa non è accessibile se ti identifichi con un io che gestisce la vita, che rifiuta qualche aspetto della vita.
Allieva: — Non lo faccio come esercizio, si autogenera per non farmi coinvolgere dalla vita, soprattutto sul lavoro.
Questo atteggiamento mi fa sentire meno attaccata a tutto, meno peso addosso, più libera dentro.
Marco: — Bene.
Allieva: — Riflettendoci, quando faccio meditazione, spengo le luci dentro le stanze della mente ed infine rimango nel vuoto. Che percepisco sempre e solo come un vuoto, dal quale esco a volte anche volentieri.
Marco: — Il vuoto è sollievo assoluto, sollievo dall’illusione della solidità del mondo.
Se lo percepisci come oggetto o sensazione sottile non è il vero vuoto, poiché il vero vuoto si può conoscere solo abbandonandoci ad esso.
Tendiamo ad abbandonarci solo a ciò che conosciamo, ma il vuoto è l’ignoto!
Allieva: — Per rimanere in quel vuoto devo lasciare andare, ma forse non abbandono, non so…
Marco: — Domandati: “Di cosa ho paura?”. Non analizzare, lascia emergere e basta come hai imparato a fare nel mind clearing più e più volte.
Allieva: — Una cosa che ho notato ultimamente è che osservo la mente, e capita che non mi rappresenta, come se mi dissociassi da lei e dai suoi frutti.
Marco: — Bene.